Iapige, figlio di Iaso e fratello di Palinuro, è, come quest'ultimo, uno dei personaggi presenti nell'Eneide, dove compare nel XII libro.
La leggenda
Secondo la leggenda, Iapige chiese al dio Apollo di essere iniziato ai segreti della medicina per salvare il padre morente. Il dio, colto da indomabile amore per il giovane, gli chiese di concedersi a lui, ma il troiano rispose che preferiva ricevere le sue arti.
È possibile che il trasporto passionale del dio verso Iapige sia una metafora per alludere all'amore per il sapere e il potere magico-salvifico delle erbe, che la dimensione apollinea rappresenta.
L'episodio è riferito da Virgilio quando Iapige, medico dei troiani nella guerra contro Turno e gli italici, si accinge a curare Enea che era stato ferito a una gamba:
Venere poi infiltra un succo magico e medicamentoso nell'acqua che egli sta versando sulla ferita. Enea guarisce miracolosamente e saluta il figlio Ascanio invitandolo a prendere esempio dal suo travaglio: «Disce, puer, virtutem ex me verumque laborem, fortunam ex aliis» (XII, 435-436).
Il nome dell'eroe ricorda quello di antichi abitatori della Puglia, gli Iapigi, di cui una leggenda (parallela a quella di Enea) vuole sia il capostipite.
Note
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